1 - Isolotto: questo è il primo sito d’immersione che s’incontra uscendo da porto Ercole ed anche se vicinissimo ed a volte afflitto da acque torbide, è un luogo in cui si possono fare delle belle immersioni allietate da abbondante vita sottomarina, partendo dagli ancoraggi a O o a E della parte meridionale.

Partendo da E s’incontra una parete degradante verso i 20 metri con una superficie di roccia tormentata e ricca di anfratti che ospitano saraghi, gronghi, gorgonie sparse, spugne e molti organismi incrostanti. Guardando a tratti nel blu, capita anche di vedere dentici di passo. E’ possibile poi proseguire per SO e scendere verso i 30 metri, dove si inizia a trovare, guardando nella volta delle tante cavità, del corallo rosso di piccolo spessore. Continuando verso SO, il margine tra la roccia della parete ed il fango misto a sabbia del fondale arriva ad un massimo di circa 33 metri con varie lingue di roccia che si protendono verso il largo. Giunti alla propaggine S, il fondo comincia a risalire di quota; qui sono presenti due lunghi costoni tra i 20 ed i 27 metri, la cui pareti rivolte sottocorrente sono tappezzate da un fittissimo banco di corallo rosso ricco di ramificazioni che dà uno spettacolo indimenticabile ed è spesso abitato da molte piccole aragoste. Stiamo quindi molto attenti a non danneggiarlo. Per gli appassionati di malacologia, su questi fondali nei punti di commistione fango/roccia si trovano a volte i gusci piuttosto rari del ‘cardio spinoso’, una specie di vongola con la superficie ricoperta da fitte dentellature simili a spine e la rarissima, per i nostri mari, ‘ murex triremis’.



8 - Argentarola: Qui sono possibili almeno due immersioni. La classica in parete, scende con blocchi di franata fino a 45 e più metri; qui trovano asilo molte e colorate gorgonie, saraghi, cernie, aragoste ed a volte astici. La seconda è invece un richiamo per gli appassionati di speleosub rappresentato da due bellissime grotte con ingresso a pochi metri di profondità. La prima è ampia ed adatta a tutti i sub, dato che la luce che proviene dal larghissimo ingresso raggiunge ogni punto della cavità che si insinua nella roccia per alcuni metri, senza sedimenti che possano pregiudicare la visibilità. La seconda grotta è senza dubbio molto più bella ma discretamente impegnativa ed è il caso di inoltrarvisi solo con un buon controllo dell’assetto e con tutte le precauzioni d’obbligo per esplorazioni di questo tipo, vista la presenza di sedimenti finissimi e l’assenza di luce, dato che si perde presto di vista la poca che entra dallo strettissimo ingresso. L’interno di questa cavità è veramente splendido, data la presenza di bellissime stalattiti e stalagmiti che, in un punto si uniscono formando una cortina che delimita una piccola saletta. Proseguendo nell’esplorazione della cavità, a circa 20 metri di profondità ed in due diversi punti si incontrano due strettissimi pozzi che scendono verticalmente sino a circa 23 m per poi proseguire in orizzontale e terminare chissà dove nelle profondità della roccia; qui, come dovunque, è necessario prestare la massima attenzione perché, sia il fondo della grotta che tutte le pareti dei pozzi, sono ricoperte di fango finissimo e basta un movimento sbagliato per portare a zero la visibilità. All’uscita comunque sarà impossibile dimenticare le fantastiche sensazioni che ci avrà dato questa splendida grotta.